Spagna in guerra con l'inflazione: più alloggi pubblici e supermercati
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Direttore: Alessandro Plateroti

Spagna in guerra con l’inflazione: più alloggi pubblici e supermercati

Pedro Sanchez

Il governo guidato da Sánchez combatterà la crisi immobiliare e alimentare con nuove case e punti venditi gestiti direttamente dallo Stato.

La Spagna è ufficialmente in guerra con l’inflazione e vuole lottare con nuovi alloggi pubblici ed una nuova catena di supermercati con prodotti a basso prezzo per i suoi cittadini. La penisola iberica è, in questo momento storico, una delle zone più povere di tutta Europa ed il governo spagnolo guidato da Pedro Sánchez vuole combattere la crisi.

Stando a quanto scritto dal Finacial Times, la strategia ispanica è quella di sfruttare una cosiddetta “bad bank” – fondo nato nel 2012 che riceve beni senza valore e debiti difficilmente saldabili – per dar vita ad un massimo di 50mila nuovi alloggi pubblici. Così facendo, la Spagna dovrebbe aumentare del 17% il proprio stock nazionale di case pubbliche. Precios Justos” sarà invece il nome dell’azienda statale che si occuperà del progetto relativo ai supermercati: prodotti con prezzi più bassi ottenuti pagando di più i produttori. Una misura che partirà, stando alle parole del segretario di Podemos per l’Azione Istituzionale María Teresa Pérez, con l’apertura di circa mille negozi nei comuni con più di 20mila abitanti.

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Le perplessità degli spagnoli

Non sono poche le perplessità dei cittadini spagnoli in merito alle misure programmate dal governo Sánchez, a cominciare proprio da quelle sull’edilizia. Il piano è quello di rendere disponibili i lotti di terreno presenti nella bad bank per costruirci circa 15mila alloggi pubblici. Il problema, stando a sentire il sociologo Jesús Leal, è che il grosso della crisi abitativa spagnola si trova nelle grandi metropoli come Barcellona, Madrid e Valencia. Le proprietà delle bad bank, invece, si trovano sulla costa mediterranea.

Supermercati statali

Al contrario l’idea di una catena di supermercati gestita dal governo è stata bocciata dalle aziende che si occupano di distribuzione in Spagna, apertamente in guerra con il partito di maggioranza. I dubbi principali sulla misura, però, provengono anche dai cittadini, timorosi di doverla finanziare con aumenti sulla propria tassazione. In merito a questo, Pérez ha dichiarato che: “lo sforzo economico dovrà ovviamente provenire dal bilancio pubblico, ma non abbiamo ancora fatto il calcolo”. Tuttavia, secondo le stime del partito, il progetto dovrebbe generare circa 50mila posti di lavoro, risultando positivo.

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ultimo aggiornamento: 18 Maggio 2023 12:37

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